Idee per la valorizzazione della zona del Parco delle Groane proposte agli studenti del laboratorio di Pianificazione del Paesaggio del prof. Maurizio Vogliazzo del Politecnico di Milano
Cesate lì, 1 gennaio 2005 Nell’attuale fase caratterizzata dalla molteplicità e frammentazione dei riferimenti, l’apprezzamento economico sembra essere uno dei pochi valori riconosciuti dalla collettività, per questo motivo il nostro programma di lavoro si pone principalmente l’obiettivo di produrre reddito dalla gestione del territorio. Ciò non perché non sussistano altri e ben più nobili valori quali la conservazione e tutela ambientale o la difesa del patrimonio culturale, ma perché s’impone la necessità di scelte operative non suscettibili di valutazioni ideologiche.
Un progetto più generale d’apprezzamento anche economico del territorio locale, a nostro avviso, si deve basare sulla sua vocazione residenziale e pendolare alla metropoli. Un incerto ed imprevedibile sviluppo industriale o terziario non potrà mai sostenere un effettivo rilancio economico della zona. La principale risorsa del territorio é conseguente alla collocazione in uno dei pochi ambienti naturali superstiti e prossimo a Milano, rivendendo al giusto prezzo la qualità di una vita superiore ad una cittadinanza che deve essere resa consapevole e fortemente motivata a vivere e crescere con uno stile di vita elitario. Ciò richiede l’accortezza che nello stesso tempo in cui si ricerca e perfeziona il rapporto con un nuovo target si deve sostenere la crescita culturale dell’attuale popolazione. Occorrono progetti e investimenti pubblici di qualità per fare propria una parte dell’esperienza e del patrimonio del Consorzio del Parco delle Groane, ma anche dei quartieri d’edilizia residenziale come la Città Satellite di Solaro, il villaggio dei Giovi di Limbiate oppure il Villaggio INA Casa e Alfa Romeo di Cesate, che sono parte inestimabile dell’urbanistica moderna ed a nostro parere esperienze non fallimentari, ma da riproporre e portare a compimento nell’idea originaria. Le Amministrazioni Comunali, d’intesa tra loro, si possono fare promotrici e investitrici di un programma di ricostruzione e costruzione basato sul rapporto con l’ambiente naturale del Parco delle Groane, e fortemente antitetico dell’urbanistica tradizionale, a partire da interventi di riqualificazione urbana e sistemazione viabilistica con progetti d’area e di quartiere. Ma la qualità superiore del territorio e dell’operato di valorizzazione deve trovare un’adeguata pubblicità perché alla base del proseguo vi sia una solida e ampia base di consenso critico e propositivo. Difatti le Amministrazioni Comunali scontano un’eredità pesante di sconcerto generale della cittadinanza per l’avvio di numerosi progetti che non hanno trovato compimento, che non si riescono a ricondurre in un quadro organico di modi e di tempi certi. Tutto ciò trova riscontro nel programma che le Amministrazioni Comunali di Cesate, Limbiate e Garbagnate si sono date, ma le opinioni avverse trovano spazio nella difficoltà d’attuazione dovute alle esperienze negative e all’atteggiamento ostativo della struttura comunale perché duramente provata da un trascorso periodo di assoluto vuoto di indirizzo. Il disegno della zona riflette l’assenza di riferimenti che si era venuta a determinare anche nelle amministrazioni e di un disegno unitario, sia al centro che ai margini, se riferiti all’usuale idea di città. Ciò però consente una maggiore libertà d’espressione se la rinnovata intesa politica la saprà sfruttare. L’idea che vorremmo di questa città è immaginabile come una mano aperta tra tante che si appoggiano su di un prato, solcata da linee profonde e con le dita estese. Le tante mani sono altrettante cittadine che si toccano alle estremità tra di loro, il prato é il territorio a verde superstite, le linee della vita, dell’amore, della fortuna sono gli assi di comunicazione e i riferimenti (difatti tipico di questi borghi é l’assenza della piazza) le dita estese sono le propaggini nel territorio circostante. Si può pensare di portare il paese nel parco mettendoci sopra le mani, attrezzando nuovi percorsi come quello della sedicesima strada, di fatto l’unico parco cittadino. Si può pensare di riconsiderare la via principale come una piazza sviluppata in lunghezza con soste in corrispondenza dei luoghi storici della memoria cittadina: la fabbrica, la scuola, ecc. Giuseppe Brollo |